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La
Gam cambia volto e si fa in 4 TORINO -
A poche settimane dalle celebrazioni del centocinquantenario
dell'Unità d'Italia,
la Galleria
d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino cambia nuovamente volto
e inaugura il nuovo allestimento realizzato intorno a quattro
nuovi temi: Anima, Informazione, Malinconia e Linguaggio. In
tutto circa 280 opere, alcune delle quali gia' esposte nei
percorsi storici della Gam, altre (160) mai o poco viste e
facenti parti della grande collezione Gam che conta oltre 45.000
opere. Questo riallestimento segue di due anni quello
avvenuto nell'ottobre del 2009 che rivoluzionò totalmente la
collocazione delle collezioni, abbandonando l'ordine
cronologico a favore di un criterio tematico.
L’anima, tema
scelto da Vito Mancuso, professore Ordinario di Teologia
moderna e contemporanea presso
la Facoltà
di Filosofia dell’Università San Raffaele di Milano, vede,
oggi, una radicale riformulazione del suo significato. Mancuso
si sofferma sulle difficoltà contemporanee nel riconoscere
l’anima come entità persino all’interno degli organi
ecclesiastici, e la necessità quindi di rielaborarne il senso
sulla scorta del nuovo contesto scientifico e filosofico.
Rielaborazione che ritroviamo anche nell’arte e nel percorso
al primo piano, in cui si passa dalla religiosità cristiana
delle opere ottocentesche di Andrea Gastaldi e Innocenzo
Spinazzi, all’espressione di una condizione umana in Antonio
Fontanesi, fino alla concezione di anima come spiritualità
assoluta, partecipazione al mondo, che si fa letteraria in Gino
De Dominicis, rituale in Hermann Nitsch o poetica in
Anselm Kiefer, di cui si presenta il capolavoro Einschüsse,
grande opera recentemente acquisita dalla GAM.
Di tutt’altro tenore il tema dell’Informazione,
sempre al primo piano, scelto da Mario Rasetti,
Professore Ordinario di Fisica teorica, modelli e metodi
matematici al Politecnico di Torino. L’informazione, nel campo
della Fisica, è intesa come una grandezza paragonabile a massa,
energia, velocità. Si riferisce alla capacità delle molecole
di essere portatrici di simboli, codici e segnali, di operare
cioè come un messaggio necessario alla propagazione della vita.
La concezione dell’uomo e della natura è per questo motivo
analizzata confrontando diverse interpretazioni: la ciclicità
delle stagioni nella serie di Luigi Baldassarre Reviglio,
l’elemento naturale che trova una ridefinizione nelle ricerche
dell’Arte Povera, con le energie cosmiche di Giovanni
Anselmo, l’aspetto alchemico di Gilberto Zorio e la
crescita naturale di Giuseppe Penone. Così i segni
biomorfi di Carla Accardi e la visione analitica dello
spazio di Dadamaino.
Al secondo piano del museo incontriamo
la Malinconia
, tema scelto da Eugenio Borgna, Primario emerito di
psichiatria dell’Ospedale Maggiore di Novara e libero docente
in Clinica delle malattie nervose e mentali dell’Università
di Milano. La malinconia è intesa qui come condizione umana e
mentale, concezione di un tempo “immobile e stregato”.
Questa caratteristica di temporalità sospesa si proietta sulla
realtà e sulle attività circostanti, come nel tragico Asfissia!
di Angelo Morbelli, e pervade le nature morte di Giorgio
de Chirico e Filippo De Pisis, lo spazio e gli
oggetti nel video di Ursula Mayer e nelle fotografie di Elisa
Sighicelli e Francesca Woodman, i paesaggi sospesi di
Carlo Carrà e l’arte stessa in Giulio Paolini.
Infine, sempre al secondo piano, il Linguaggio è stato
scelto da Sebastiano Maffettone, Professore Ordinario di
Filosofia Politica presso
la Facoltà
di Scienze Politiche della Luiss Guido Carli. Dopo un prologo
che evidenzia il rapporto dell’arte con la letteratura nelle
opere ottocentesche di Antonio Canova, Massimo
D’Azeglio, Carlo Arienti, il percorso si sofferma
sulla nascita ed evoluzione dei linguaggi artistici, dalle
diverse avanguardie di Giacomo Balla e Lucio Fontana,
al neorealismo pop italiano di Mario Schifano in dialogo
con quello internazionale di Andy Warhol e Mark Dion,
per chiudersi con il ritorno alla letteratura nell’utilizzo
del carattere tipografico di Nanni Balestrini.
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